volte “agitatore di idee”, amico di
riflessioni, rilassa, denuncia, distende, inquieta, emoziona, incita a cambiare modo
di pensare, a volte a cambiare il mondo intero oppure a volerlo lasciare
esattamente com’è, con le sue mille e mille contraddizioni e con i suoi “Mille
splendidi soli”. Amico di un viaggio estivo, trova sempre uno spazio in borsa o
in valigia, amico del viaggio della vita, trova sempre uno spazio nel cuore.
Ecco cos’è un libro. Una muta voce che graffia l’anima lasciandovi dentro sempre un piccolo fiore.
Sabato
26 Settembre, giornata che la
III A del Liceo Classico Ruggero Bonghi ha dedicato quasi
interamente alla conoscenza di questo amico, si è “celebrata” la festa del
lettore: si è celebrata la parola, la sua carica espressiva e comunicativa in
tutti i suoi stili, in tutti i suoi significati e significanti, si è celebrata
proprio quella sua “armonia che vince di mille secoli il silenzio”. La stessa
armonia nata nel giorno in cui l’uomo adoperò per la prima volta la propria
facoltà di immaginare elaborando miti e leggende, che ha conservato la propria
potenza inalterata nel viaggio attraverso i secoli, e che ritroviamo,oggi come
in passato, ogni volta che il nostro sguardo si posa sulla pagina di un
romanzo, sul verso di una poesia ed ogni volta che ci lasciamo pizzicare le
corde del sentire dal plettro grintoso e delicato a un tempo di una canzone.
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Sul
tema della giornata “Giovani e futuro”,
da “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni
è partito il nostro viaggio: un invito a quel ragazzo a sognare “quando sale il
vento nelle vie del cuore, quando un uomo vive per le sue parole o non vive
più”, invito a “non credere mai che la ragione sta sempre col più forte” perché
ci sono “poeti che spostano i fiumi con il pensiero e naviganti infiniti che
sanno parlare con il cielo”. Perciò quel ragazzo che siamo tutti noi deve
credere solo a ciò che vede dentro: dirà Antoine de Saint-Exupery che
“l’essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede bene che col cuore”. Un po’
lo stesso principio che abbiamo scoperto animare “Signori bambini” del francese
Daniel Pennac. “IMMAGINAZIONE NON SIGNIFICA MENZOGNA!” ripete instancabilmente
da trent’anni il professor Crasting ai suoi allievi con facce da schermo e con
auricolari da walkman. Non riescono ancora a capire che la verità non è sui
giornali né nei loro televisori né verrà mai loro recapitata nella casella
delle lettere. “La verità è una conquista. Sempre.” ripete implacabile. In
pratica ciò che il ragazzo di Vecchioni inizia a realizzare e cioè che la
verità va ricercata in noi stessi e che tutto deve provenirci dall’interno.
Passando poi attraverso le note di Giovanni Allevi in “Come sei veramente” e di
Lucio Battisti in “Emozioni”, ci siamo trovati di fronte all’ineluttabile
verità che, a volte, “è molto difficile voler essere se stessi”, come si ricava
dal romanzo “Arabi danzanti” dello scrittore palestinese Sayed Kashma, uno dei
protagonisti del recente Festival della Letteratura Mediterranea tenutosi a
Lucera, in situazioni di tensione politica, ideologica e psicologica come
quella del conflitto israelo-palestinese. Situazione non meno intricata quella
proposta dalle pagine de “La città dell’oblio”, un carcere per l’appunto, del
francese René Fregin.
Così
tra emozioni e confessioni, con un mix tra la realtà di noi studenti lettori e
la realtà delle pagine lette, tra sogni-attesa del presente e sogni-ricordo del
presente, e “sogni che passano tra le nuvole e i sassi” siamo approdati al
tema: futuro.
“Dove
sarò domani?” recita la canzone degli artisti per l’Abruzzo, “che ne sarà dei
miei sogni infranti, dei miei piani?”…Ed ecco che subito sale in risposta un
grido di speranza “non siamo così soli a fare castelli in aria[…] a immaginare
un nuovo giorno in Italia”, a vedere la luce di prua che ci viene quasi
incontro dopo il temporale.
Riflessioni
sulla precarietà di noi esseri umani, del nostro continuo danzare come funamboli
in bilico, a strapiombo sul vuoto dell’imprevedibile e dell’inarrestabile,
hanno subito impegnato le nostre menti. Ma “quando credi che la notte abbia
invaso la tua mente, quando dentro sei confusa ed abbrutita lascia che ti
mostri che sei cieca – scrivono The velvet underground in “I’ll be your mirror”
– per piacere tira giù le mani perché io ti veda. Sarò il tuo specchio.
Rifletterò chi sei.”
È
importante conoscere noi stessi ed in noi stessi porre la nostra stessa ragion
d’essere; importante è coltivare i nostri sogni carezzandoli e nutrendoli con
impegno e dedizione e quel sano pizzico di follia tipico di noi adolescenti
maturandi. Ecco cosa è emerso dalla giornata dedicata alla festa del lettore.
Quell’amico fatto di pagine che catturano immagini ed emozioni, attimi,
istanti, fissandoli con inchiostro nero su carta, proprio quell’amico può
rendere più lieto il nostro viaggio, che sia esso estivo, che sia esso lungo
tutta la vita.
Antonietta Fresa
III A Classico (A.S. 2009-2010)
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