Dall'Archivio: anno 2009, tra libri e musica, il Liceo Classico festeggiava la giornata dei lettori - Bonghi-Rosmini news

Bonghi-Rosmini news

Blog del Liceo Bonghi-Rosmini di Lucera (FG)

Ultime Notizie

Home Top Ad

Post Top Ad

lunedì 1 aprile 2019

Dall'Archivio: anno 2009, tra libri e musica, il Liceo Classico festeggiava la giornata dei lettori

Compagno fedele, silenzioso e discreto a 
volte “agitatore di idee”, amico di riflessioni, rilassa, denuncia, distende, inquieta, emoziona, incita a cambiare modo di pensare, a volte a cambiare il mondo intero oppure a volerlo lasciare esattamente com’è, con le sue mille e mille contraddizioni e con i suoi “Mille splendidi soli”. Amico di un viaggio estivo, trova sempre uno spazio in borsa o in valigia, amico del viaggio della vita, trova sempre uno spazio nel cuore. Ecco cos’è un libro. Una muta voce che graffia l’anima lasciandovi dentro sempre un piccolo fiore.

Sabato 26 Settembre, giornata che la III A del Liceo Classico Ruggero Bonghi ha dedicato quasi interamente alla conoscenza di questo amico, si è “celebrata” la festa del lettore: si è celebrata la parola, la sua carica espressiva e comunicativa in tutti i suoi stili, in tutti i suoi significati e significanti, si è celebrata proprio quella sua “armonia che vince di mille secoli il silenzio”. La stessa armonia nata nel giorno in cui l’uomo adoperò per la prima volta la propria facoltà di immaginare elaborando miti e leggende, che ha conservato la propria potenza inalterata nel viaggio attraverso i secoli, e che ritroviamo,oggi come in passato, ogni volta che il nostro sguardo si posa sulla pagina di un romanzo, sul verso di una poesia ed ogni volta che ci lasciamo pizzicare le corde del sentire dal plettro grintoso e delicato a un tempo di una canzone.


Sul tema della giornata “Giovani e futuro”, 
da “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni è partito il nostro viaggio: un invito a quel ragazzo a sognare “quando sale il vento nelle vie del cuore, quando un uomo vive per le sue parole o non vive più”, invito a “non credere mai che la ragione sta sempre col più forte” perché ci sono “poeti che spostano i fiumi con il pensiero e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo”. Perciò quel ragazzo che siamo tutti noi deve credere solo a ciò che vede dentro: dirà Antoine de Saint-Exupery che “l’essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede bene che col cuore”. Un po’ lo stesso principio che abbiamo scoperto animare “Signori bambini” del francese Daniel Pennac. “IMMAGINAZIONE NON SIGNIFICA MENZOGNA!” ripete instancabilmente da trent’anni il professor Crasting ai suoi allievi con facce da schermo e con auricolari da walkman. Non riescono ancora a capire che la verità non è sui giornali né nei loro televisori né verrà mai loro recapitata nella casella delle lettere. “La verità è una conquista. Sempre.” ripete implacabile. In pratica ciò che il ragazzo di Vecchioni inizia a realizzare e cioè che la verità va ricercata in noi stessi e che tutto deve provenirci dall’interno. Passando poi attraverso le note di Giovanni Allevi in “Come sei veramente” e di Lucio Battisti in “Emozioni”, ci siamo trovati di fronte all’ineluttabile verità che, a volte, “è molto difficile voler essere se stessi”, come si ricava dal romanzo “Arabi danzanti” dello scrittore palestinese Sayed Kashma, uno dei protagonisti del recente Festival della Letteratura Mediterranea tenutosi a Lucera, in situazioni di tensione politica, ideologica e psicologica come quella del conflitto israelo-palestinese. Situazione non meno intricata quella proposta dalle pagine de “La città dell’oblio”, un carcere per l’appunto, del francese René Fregin.
Così tra emozioni e confessioni, con un mix tra la realtà di noi studenti lettori e la realtà delle pagine lette, tra sogni-attesa del presente e sogni-ricordo del presente, e “sogni che passano tra le nuvole e i sassi” siamo approdati al tema: futuro.

“Dove sarò domani?” recita la canzone degli artisti per l’Abruzzo, “che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani?”…Ed ecco che subito sale in risposta un grido di speranza “non siamo così soli a fare castelli in aria[…] a immaginare un nuovo giorno in Italia”, a vedere la luce di prua che ci viene quasi incontro dopo il temporale.
Riflessioni sulla precarietà di noi esseri umani, del nostro continuo danzare come funamboli in bilico, a strapiombo sul vuoto dell’imprevedibile e dell’inarrestabile, hanno subito impegnato le nostre menti. Ma “quando credi che la notte abbia invaso la tua mente, quando dentro sei confusa ed abbrutita lascia che ti mostri che sei cieca – scrivono The velvet underground in “I’ll be your mirror” – per piacere tira giù le mani perché io ti veda. Sarò il tuo specchio. Rifletterò chi sei.”
È importante conoscere noi stessi ed in noi stessi porre la nostra stessa ragion d’essere; importante è coltivare i nostri sogni carezzandoli e nutrendoli con impegno e dedizione e quel sano pizzico di follia tipico di noi adolescenti maturandi. Ecco cosa è emerso dalla giornata dedicata alla festa del lettore. Quell’amico fatto di pagine che catturano immagini ed emozioni, attimi, istanti, fissandoli con inchiostro nero su carta, proprio quell’amico può rendere più lieto il nostro viaggio, che sia esso estivo, che sia esso lungo tutta la vita.

  
Antonietta Fresa
III A Classico (A.S. 2009-2010)




Nessun commento:

Posta un commento

Post Bottom Ad

Pagine