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sabato 27 marzo 2021

Il liceo Bonghi-Rosmini in risposta al signor Widmann del Frankfurter Rundshau sul Dantedì.

 

Nel 1919, a Madrid,  il grande arabista spagnolo Miguel Asìn Palacios pubblicò il libro La escatologia musulmana en la “Divina Commedia”. In questo libro si cercava di dimostrare le possibile analogie tra l’escatologia del mondo musulmano e le sue immagini come fonte di ispirazione per la  “Divina Commedia”. Nell’arabo  libro della Scala (XIII sec) viene descritto il viaggio di Maometto al Paradiso e all’inferno. Circa un trentennio dopo, Enrico Cerulli, celebre italianista e conoscitore delle lingue semite e araba, prosegue sulla linea del Palacios e pubblica nel 1949 a Città del Vaticano il suo Il “Libro della scala” e  la questione delle fonti arabo spagnole della “Divina Commedia”, che cautamente confermerebbe l’ipotesi del Palacios. Il Cerulli, pur attestando il fatto che Dante non conoscesse il greco come neppure l’arabo, riporta che  Il libro della scala  era stato tradotto a metà del XIII secolo dal notaio Bonaventura da Siena  in latino e francese(oil), per volere del re Alfonso il Savio (1221-1284), da un testo della versione castigliana ( che , sullo stesso volere di re  Alfonso, era stata poco prima tradotta dall’arabo al castigliano dal medico ebreo Abraham). Ora non si esclude che Dante si possa essere ispirato a qualche immagine della escatologia musulmana, ma ricchissimo e diffusissimo era comunque il repertorio escatologico latino e occidentale. Pur non escludendo la presa in prestito di qualche truculenta immagine degli inferi islamici, come quella delle sette “P” del Purgatorio e relativa espiazione  analoga a quella della macchia pro tempore segnata in fronte ad un’anima espiante nel passo dell’ araba (del XII secolo) collectio toletana, rimangono possibili scene di ispirazione solo episodiche. E’ vero che anche Maometto incontra tre voci, che vorrebbero fermare il suo viaggio oltremondano come le tre fiere di Dante, però sono ben diverse per significato e impostazione morale ed etica dalle tre fiere dantesche. Anche la bufera infernale poco ha a che fare con il musulmano vento sterile della Prima Terra  dell’inferno islamico, che invece trova un’analogia più stretta con lo scritto “Il Purgatorio di San Patrizio”. Un’altra scena come le pietre di zolfo , legate al collo dei peccatori , trovano un ascendente biblico come pure le fiammelle contenenti le anime si sovrappongono alle figurazioni della “Visione d’Alberico”. Inoltre nel libro della scala e nella visione escatologica musulmana non compaiono tratti figurativi particolari con pene specifiche e con leggi come quella del contrappasso , ma solo visioni oltremondane, potremmo dire a “volo d’uccello”, generali e generiche. In un’analisi approfondita molte immagini infernali dantesche sono assai più vicine a quelle di Giacomino da Verona. Per essere sintetici diciamo che molte visioni dei tre regni oltremondani danteschi risultano più vicini a libri quali le Visioni di San Paolo , le Visioni di Tundalo  e soprattutto al virgiliano tartaro dell’Eneide. Ora il punto non è se Dante abbia potuto prendere a prestito qualche immagine araba o classica o di qualche autore suo coevo, ma quanto sia originale, innovativa e valida nel pensiero e nello stesso stile la Divina Commedia. NIHIL EX NIHILO. 
Allora caro Widmann secondo la sua “scuncrusaggine”(dal tardo messapico essere sconclusionato , un po’ lento di zucca) dovremmo concludere che il sommo Goethe risulta copione poiché la tradizione di Faust era già presente da tempo in Europa? Oppure che Einstein è un copione perché le sue equazioni erano state già sviluppate da Lorentz? Riconosciamo la grandezza nell’originalità e innovazione di un’opera e come riconosciamo  oggi il primato culturale della Germania con i suoi 107 Nobel e un’altra metà dei 368 degli States appartenere alla Germania (contro i nostri 20), sia riconosciuto  l’italo primato nel Medioevo e nel Rinascimento  in Arte , Scienze, Matematica e Lettere.  

E fra tutti i maestri di allora, Dante fu sommo  per il mondo intero! Se ne faccia una ragione!!


Prof.  Catino Daniele




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