Nella prima prova scritta dell’esame di
maturità 2019, la seconda proposta della tipologia C, come ben sappiamo in qualità di maturandi, era incentrata sulla
figura di Gino Bartali, “giusto tra le nazioni” e campione del ciclismo. Vista
la felice coincidenza secondo cui il 16 maggio scorso il ciclismo italiano nella
sua veste più apprezzata è passato per Lucera, proviamo a raccontare l’evento, seppur
con un certo ritardo.
La
corsa rosa, com’è universalmente nota, è una delle più seguite ed importanti
gare internazionali di ciclismo a tappe. Vi partecipano, infatti, corridori
provenienti da ogni nazione, raggruppati in squadre. Il primo Giro si corse nel
1909 e nelle 102 edizioni trascorse, Lucera era stata tappa di arrivo in due
occasioni nel 1975 e nel 2001, di partenza nel 2010 e solo di transito nel 1913
e nel 1963. In particolare, nella quinta edizione del Giro, come risulta dalle
cronache dell’epoca, alle ore 11.15 del 16 maggio 1913, singolare coincidenza
con la data del 2019, anche se era un venerdì, Costante Girardengo passava a
Lucera, arrivando poi primo, per la vittoria di tappa, la prima della sua
carriera, a Campobasso.
Erano quelli i tempi dei pionieri, con la novità
tecnologica del velocipede divenuto bicicletta, ed il motivo della sfida tra
uomo e macchina (l’automobile). Tempi di esaltazione della velocità, che confrontata
con quella odierna ci appare come lentezza, ed uomini arditi, lanciati su
strade polverose senza alcun dispositivo di sicurezza.
Poi venne l’epoca di
Alfredo Binda e delle sue 5 vittorie al Giro, fino alle sfide, avvenute nel secondo dopoguerra, tra Fausto Coppi e Gino Bartali, il ciclista protagonista della traccia ministeriale, di cui dicevamo all'inizio.
Tra il 1962 ed il
1963, anno in cui il giro transitò di nuovo per Lucera, ci fu l’irripetibile impresa
di Franco Balmamion,
vincitore due anni consecutivamente, senza mai
vincere una tappa, per proseguire poi con l’avvincente avventura dell’uomo dei
record, Eddy Merckx, che però non prese parte
all’edizione del 1975, poiché negli ultimi anni della carriera si era dedicato
maggiormente alle classiche. E siamo quindi giunti ai record ed agli agonismi
esasperati ed esasperanti, di cui è tragico sintomo la figura triste di Marco
Pantani, anch’egli arrivato a Lucera nel 2001, prima del ritiro dalla corsa.
Mentre, nel 2010, la vittoria di tappa Lucera-L’Aquila andò al campione russo
Evgenij Petrov.
Nell’edizione
2019 sono stati in gara, giungendo all’ultimo giorno, dopo 3537,6 Km. 142
atleti per 22 squadre. La corsa si è svolta in 21 frazioni, con partenza l’11
maggio da Bologna ed arrivo, avvenuto in via straordinaria a Verona il 02
giugno, mentre tradizionalmente si termina a Milano.
Il
passaggio della carovana rosa è comunque un evento memorabile, essendo il
ciclismo uno degli sport più amati e praticati in Italia. Per l’occasione il
Sindaco aveva disposto, con ordinanza comunale, la chiusura degli Istituti
scolastici e tra la folla assiepata lungo il transito cittadino da via Appulo Sannitica
a via Vittorio Veneto e Porta Foggia, c’erano anche molti alunni del nostro Istituto,
spinti, più che dall’interesse agonistico, dalla curiosità ed in parte
dalla voglia di presenziare all’evento, trasmesso in diretta dalla RAI, con
splendide e significative immagini aeree del centro cittadino.
Per la cronaca, al traguardo di San Giovanni Rotondo è risultato vincitore Fausto Masnada dell’Androni Giocattoli-Sidermec e all’Arena di Verona è stato premiato con la maglia rosa l’ecuadoriano Richard Carapaz della Movistar Team. Grazie a lui, nella settimana conclusiva, in Ecuador sono stati pubblicati circa 1.500 articoli, tra media digitali e carta stampata, dedicati al Giro.
Come
abbiamo avuto modo di constatare il Giro prosegue, rinnovandosi di anno in
anno, anche grazie all’ausilio delle tecnologie digitali, senza poter però fare
a meno della fatica dei corridori. E, forse, risiede proprio in ciò il fascino
di una disciplina nata povera e proletaria, fino ad essere quasi familiare per
i milioni di persone che utilizzano quotidianamente la bicicletta per necessità
o per svago, e divenuta sport olimpico e professionistico. Anche il passaggio
del 2019 a Lucera rimarrà nella storia, ugualmente agli altri soltanto
sommariamente descritti in precedenza, come sono senz’altro nella storia i
protagonisti di questo sport, a volte per i valori e l’esempio trasmessoci, ed
è il caso esemplificativamente indicato dalla traccia ministeriale, a volte
esclusivamente per la bravura e le capacità agonistiche stesse, o per avere,
proprio come Carapaz quest’anno, contribuito a far condividere nei cinque
continenti gli ideali positivi del movimento sportivo.
Fonti:
Gli
alunni della V B Sezione Liceo Classico
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