Christiaan Huygens, fu un grande scienziato
olandese, che visse tra l'ultima grande opera di Galileo ("Discorsi e
dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze" del 1638) e la
prima grande opera di Newton ("Principi matematici della filosofia
naturale" del 1687). I suoi lavori
in quel periodo consistettero nelle celebri opere "Systema Saturnium"
del 1659 e "Horologium oscillatorium
sive de motu pendularium"del 1673. Fu lui ad introdurre i concetti di quantità di moto e di energia cinetica (forza viva), da cui Newton poté
ben formulare le sue leggi nei "Principia". Si interessò di
astronomia e intuì l'identità tra massa inerziale e gravitazionale,
individuandone la soluzione tramite una catena fatta scivolare attraverso un
mozzo cilindrico, di cui ebbe ad argomentare il grande Ernest Mach 250 anni
dopo. Fu anche l'ultimo grande matematico che si occupò di geometria pre-cartesiana,
secondo i metodi greci classici alla Pappo. Huygens corresse Galileo affermando
che una catena appesa ai suoi estremi o un filo di biancheria appeso ai suoi
estremi, non risulta essere una parabola come sostenuto dallo scienziato
pisano, bensì una nuova curva detta appunto "catenaria".
Lo scienziato olandese dimostrò che la catenaria non è una parabola. Il nome di Huygens, però rimane legato alla cicloide, poiché egli scoprì quella curva studiando l'isocronismo delle piccole oscillazioni.
Infine scoprì che l'evoluta della cicloide è la cicloide stessa, e, sorpreso dal risultato, lo commentò con una citazione di Ovidio: "magna nec ingeniis investigata priorum". Leibniz fu il suo più grande ammiratore e discepolo, e da lui attinse molte fruttuose idee filosofiche.
Lo scienziato olandese dimostrò che la catenaria non è una parabola. Il nome di Huygens, però rimane legato alla cicloide, poiché egli scoprì quella curva studiando l'isocronismo delle piccole oscillazioni.
Infine scoprì che l'evoluta della cicloide è la cicloide stessa, e, sorpreso dal risultato, lo commentò con una citazione di Ovidio: "magna nec ingeniis investigata priorum". Leibniz fu il suo più grande ammiratore e discepolo, e da lui attinse molte fruttuose idee filosofiche.
Prof. Daniele Catino
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