Nella mattinata del 15 marzo, l'auditorium del Liceo "Bonghi-Rosmini" di Lucera (FG) accoglie Francesco Barbaro, insegnante di lettere, giornalista pubblicista, scrittore e direttore della sezione provinciale dell’Istituto per la storia del Risorgimento. Appassionato alle vicende della Capitanata, offre il proprio prezioso contributo al "laboratorio di microstoria", progetto della scuola, nato con l'obiettivo di porre una lente d'ingrandimento su fatti poco noti, ma importanti per ricostruire le tappe della nostra Storia. Il canto del "Piave", legato al Primo Conflitto Mondiale, dà inizio all'incontro. La professoressa di Storia e Filosofia Amalia Stingone ringrazia i presenti e il dirigente scolastico Matteo Capra per aver reso possibile l'evento, lasciando spazio alle domande degli alunni. "Com'è ritornare nella scuola che lei stesso ha frequentato, dopo tanti anni?" "Una grande emozione", confessa Barbaro, “è come ritornare a casa”.
Manfredonia riceve per prima il cosiddetto «battesimo del fuoco» assieme alle isole Tremiti, Torre Mileto e il litorale molisano. «Il conflitto non è casuale, gli austriaci sono tutti armati fino ai denti» osserva il professore. Basti pensare alle loro potenti imbarcazioni. L’”Helgoland”, un gigante da 3.500 tonnellate, si scontra con il “Turbine”, cacciatorpediniere «vecchio e piccolo», che si sacrifica per tentare di bloccare il bombardamento di Barletta: il coraggio dei suoi marinai, però, non riesce a prevalere sulla forza navale nemica. Ancora, nel 2 novembre 1916, sulla città di Vieste, si stende un velo tragico di dolore e disperazione. Le bombe colpiscono i civili, provocando la triste morte di un’intera famiglia, ad eccezione della madre. «Il sangue degli innocenti è il sangue più drammatico»: è, appunto, la drammaticità di eventi come questo, ad innescare il meccanismo del «sangue chiama sangue» e ad incitare gli italiani alla guerra, a quella vendetta che porterebbe a giustificarne la violenza.
Riflettendo sul «come la guerra possa
essere maledettamente crudele», quella
in corso attualmente in Ucraina si veste di non minore tragicità rispetto alle precedenti. Barbaro commenta amaramente: «È assurdo pensare alla guerra ora che siamo nel Ventunesimo secolo!».
Nessun commento:
Posta un commento