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venerdì 21 dicembre 2018

Verso Un'Europa Diversa: Sogni Infranti, O Forse No


VERSO UN’EUROPA DIVERSA: SOGNI INFRANTI, O FORSE NO.

Mantenere vivo un ideale senza mai aver paura.

L’11 dicembre 2018 si è consumato l’ennesimo atroce attentato rivendicato dall’ Isis, che ha nuovamente ferito il cuore dell’Europa. La città francese di Strasburgo si è trasformata in un inferno quando un giovane terrorista di origine marocchina, già da tempo schedato come elemento pericoloso per la sicurezza nazionale, ha puntato una pistola a passanti colti in modo tanto repentino quanto spaventoso, e ha dato fuoco. Tra le vittime vi è un nostro connazionale Antonio Megalizzi, giornalista radiofonico che in seguito ad una grave ferita riportata al capo ha lottato per tre giorni tra la vita e la morte, cedendo il passo a quest’ultima. Il giovane trentino, originario della Calabria, era un ragazzo arguto e vivace, appassionato di Unione Europea e giornalismo. Si era recato a Strasburgo per seguire la sua grande passione e assistere all’ assemblea del Parlamento europeo,fin quando si è ritrovato ad assistere a colpi di pistola sparati all’impazzata,  mentre passeggiava serenamente tra mercatini natalizi. Il reporter italiano è la quarta vittima del drammatico attentato.
 Il giovane è stato  ricordato affettuosamente da numerosi amici e colleghi come colui che meritava di raccontare l'Europa e il mondo, come sognava di fare per lavoro. Sognava di farlo per sempre. Sognava un'Europa diversa” . Idea che i suoi compagni non lasceranno morire. Come l’ideale che ha espresso nel racconto di “un missile che aveva paura di volare, in cui ci sono i pensieri di un’arma di morte che voleva solo vivere, per conoscere il mondo intero” ; è lo scritto intitolato “Cielo d’acciaio”  che Antonio Megalizzi ha pubblicato con Ilmiolibro.it - piattaforma web di self-publishing- nel marzo del 2015. Lo sguardo è aperto, libero, l’ ideale pacifista.
Inevitabilmente, seguendo la commovente storia di Antonio, ci ritorna alla memoria l’analoga sorte toccata alla giovane ricercatrice veneziana Valeria Solesin, uccisa il 13 novembre 2015 durante l’attentato al Bataclan di Parigi . Valeria e Antonio avevano la stessa età, entrambi morti per mano di un efferato attentatore, per un’ insulsa pallottola. Ciò che li accumuna, però, non deve essere il medesimo ineluttabile destino che li ha strappati alla vita troppo precocemente, ma il loro studio, sofferenze, lavori sottopagati e , soprattutto, ambizioni, sogni e puri ideali. I nomi di Antonio e Valeria devono richiamare non una terribile notte di atrocità inspiegabile, ma un’ instancabile voglia di migliorare, i loro animi brillanti e curiosi, la loro tenacia; affinché il  ricordo diventi il ritratto di due giovani che celebra la voglia di vivere e l’orgoglio di un’intera generazione.
Entrambi figli di un’ Europa nella quale credevano vivamente e per la quale lavoravano, figli di un’Europa che desideravano più sicura.
                                                                                Francesca Carrozza   Daniela Serra
                                                                                                                  V A classico


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